Il Diario di Mario – 8
Caro Diario,
dopo mesi davvero difficili e molto complicati, almeno qui in Europa, incominciamo a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel e speriamo davvero che luglio sia il mese della rinascita per tutti. Oggi, a proposito di rinascita, ti parlerò dell’Assenzio, mitica bevanda dei “poeti maledetti” e che fu proibita in Italia con Regio decreto nel 1930. Il motivo era la presenza del tujone, sostanza allucinogena contenuta, sia pure in minima parte, nell’erba officinale Artemisia Absinthium (o Assenzio Maggiore), uno dei principali ingredienti del liquore che si ottiene per distillazione aggiungendo nella miscela di acqua e di alcol anche timo, semi di anice verde e di finocchio.
All’epoca, l’Assenzio veniva considerato una droga in grado di causare problemi alla mente e al corpo. Non a caso, artisti, scrittori e pittori l’avevano soprannominato “fata verde” e alcuni ne bevevano tantissimo, come fosse una fonte di ispirazione. Negli Anni 90, quando venne di nuovo autorizzata la produzione di assenzio, la Bordiga di Cuneo è stata la prima distilleria italiana a farlo, con grande successo. Ecco perché ti ho parlato di “rinascita”. È stato abbastanza facile, perché nel prezioso antico quaderno di ricette scritte a mano dal Cavalier Bordiga, ne ho trovata una dell’assenzio che risaliva addirittura al 1903. Come sempre, si comincia con le migliori erbe botaniche, raccolte a mano dai nostri raccoglitori che trovano l’Artemisia nelle vallate del Cuneese, anche a quote basse, in genere dai 700 ai 900 metri di altitudine, dove questa pianta è presente quasi tutto l’anno. Poi gli ingredienti vengono lasciati a “macerare” per tre o quattro giorni in acqua e alcol (70-75 gradi) e attraverso la distillazione, si ottiene uno straordinario liquore di assenzio, totalmente naturale, da consumare sia come aperitivo sia come digestivo. Il miglior modo per berlo, ancora oggi, secondo me è rispettando l’antico “rituale”: il liquore viene servito versandolo lentamente, quasi gocciolando, su una zolletta di zucchero, appoggiata su un cucchiaino traforato posto sull’imboccatura del bicchiere. Con un accendino, si dà fuoco alla zolletta e si aspetta che “caramellizzi”. Quando lo zucchero è quasi del tutto sciolto, si lascia cadere lo zucchero nel drink, si mescola nel liquore e si beve. Ci sono tanti altri modi per consumarlo, ad esempio con l’aggiunta di acqua, ma la tradizione prevede che ci sia sempre la zolletta di zucchero. Mi raccomando, l’assenzio è una bevanda molto piacevole, ma va bevuto con moderazione, assaporando i profumi e gli aromi di tutte le erbe: dall’amaro dell’artemisia nel retrogusto, alla morbidezza del finocchio, all’aroma intenso dell’anice. Alla Bordiga si può acquistare tutto l’anno in due versioni diverse con gradazione a 50 e 72 gradi. Ti consiglio di provarlo, con gli amici, anche per sentirti un po’ come quei grandi artisti che l’hanno reso famoso in tutto il mondo. Da Paul Verlaine a Ernest Hemingway, Vincent van Gogh, Picasso, Victor Hugo, Paul Gauguin, Arthur Rimbaud. “L’assenzio, come una poesia, favorisce l’amore” ha scritto Oscar Wilde. E con questa citazione ti saluto. Alla prossima puntata!